Piantiamola!

Di Andrea Trisciuoglio

Il 2 maggio 2012 le Associazioni Luca Coscioni, PIC e ACT hanno contribuito a scrivere in Toscana una pagina di storia nel nostro Paese. Purtroppo in aula consiliare l’opposizione lamentava che fosse una legge manifesto che avrebbe fatto da apripista nel resto d’Italia (da consigliere toscano ne sarei stato orgoglioso) e che la maggioranza avrebbe dovuto ancora aspettare. Cosa? Ripeto ciò che dicevo ad una giornalista che mi chiedeva valutazioni sulle votazioni: i tempi dei pazienti sono diversissimi dai tempi della politica. Attendere ancora? In alcune patologie cosa si aspetta? Che il paziente muoia? A due anni dall’approvazione della Delibera 308 pugliese sull’accessibilità ai farmaci cannabinoidi, ci siamo impegnati per proporre ai consiglieri di tutta Italia una proposta di legge elaborata da

pazienti e medici delle 3 associazioni. Poi arrivò la notizia che la regione Toscana avrebbe presentato una PDL perregolamentare l’accesso alla canapa medicinale solo per il fine-vita e per i malati terminali (legge 58). Subito approdammo al consiglio regionale per non farci considerare “terminali” e per non limitare la fruibilità solo a chi si trovava in quelle condizioni. Non si deve soffrire di dolori lancinanti o, ancor peggio, giungere a fine-vita per affermare il diritto alla salute. Come recita il motto dell’Associazione Luca Coscioni “Dal corpo dei malati al cuore della politica”, la proposta di legge toscana nasce dal vissuto della consigliera Alessia Ballini, che prima di essere stroncata da un tumore, aveva avuto modo di sperimentare personalmente per i suoi dolori l’efficacia della canapa (reperita o coltivata illegalmente, ci hanno confermato le persone che la

conoscevano bene). Presentammo anche noi la nostra pdl (la numero 72) grazie ad FDS-verdi e la consigliera Monica Sgherri per colmare quel vuoto che lasciava la proposta di legge 58.

La regione Toscana ci convocò in audizione per ascoltare le associazioni e gli esperti del settore. Dopodichè la commissione sanità si impegnò ad unificare le due pdl, con risultati insoddisfacenti ancora poche settimane fa. Poi, la sincera volontà dimostrata da alcuni consiglieri del PD ha permesso di arrivare ad un testo condiviso, dove non ci sono limitazioni a priori ad alcune categorie di malati (come purtroppo in delibera pugliese, ma si da anche la possibilità al servizio pubblico di dispensare preparazioni galeniche, rapidamente disponibili, senza dover aspettare gli attuali tempi delle importazioni dei farmaci esteri tramite la normale procedura.

Oltre che nell’ambito di “strutture ospedaliere ed a queste assimilabili” (day-hospitals,ambulatori ecc.), abbiamo pensato anche al malato impossibilitato a raggiungere la farmacia ospedaliera per ritirare il farmaco. E’ proprio per queste persone che non possono che deve intervenire la politica. I farmaci potranno essere erogati a domicilio (ADI) senza spese. Ecco il testo approvato, che non è la “nostra” pdl72 ma non esclude alcuna modalità di cura già permessa dalle norme nazionali. Oltre alla legge, è stata approvata anche una mozione, che mette al centro i diritti dei malati e preme sul Ministero della Salute, per ulteriori passi semplificativi.

Dopo il buonismo è stato il buon senso che ha portato all’approvazione della legge. I consiglieri hanno anche ricordato come migliaia di pazienti debbano ricorrere al mercato nero o scelgano l’autocoltivazione, per poter beneficiare dell’effetto terapeutico della cannabis per i loro disturbi. Ed è stata menzionata l’esperienza del Canada, dove lo Stato gestisce proprie coltivazioni di marijuana da distribuire ai malati, dell’Olanda e di Israele, dove viene utilizzata negli ospizi per anziani, con risultati clamorosi. Al contrario gli interventi di PDL, UDC e

Lega si basavano su una presunta pericolosità e “mancanza di evidenza scientifica” dell’efficacia dei cannabinoidi, e sulla necessità di un ulteriore nulla osta ministeriale. Vorrei ricordare a queste persone che, come già ricordato, il Ministero della Salute si è già espresso: sin dal 2007 infatti, il THC per la legge italiana fa parte delle sostanze prescrivibili e dotate di efficacia terapeutica, come ha confermato addirittura il dott. Serpelloni, smentendo il solito Gasparri, secondo il quale la nuova legge toscana “è

carta straccia”.

Ma la partita non finisce con l’approvazione della legge. Saranno infatti prossime delibere applicative della giunta che dovranno dare le disposizioni pratiche per la sua

applicazione. Per questa ragione sarà molto importante che le associazioni di pazienti continuino a vigilare sui contenuti di tali delibere, continuando a fornire la necessaria

assistenza e consulenza, ci auguriamo che questo clima collaborativo possa crescere. In confronto al desolante panorama nazionale, dove ignoranza ed arroganza la fanno

da padroni, e delle vite e delle scelte dei malati non importa a nessuno, sarebbe un bell’esempio di democrazia partecipata. Così come ci auguriamo che si apra il

dibattito nelle regioni dove giacciono in qualche cassetto le pdl già depositate e che presto se ne aggiungano di nuove, trovando sempre reti di pazienti pronti a battersi

perché il significato delle future leggi regionali non venga stravolto.

Associazione Luca Coscioni

4 Maggio 2012